Paolo Fresu, tromba, flicorno, effetti – Uri Caine, pianoforte, piano elettrico
La coppia è rodatissima ma le (belle) sorprese non mancano mai. Paolo Fresu e Uri Caine si frequentano artisticamente ormai da molti anni e il loro sodalizio va annoverato fra i più felici del jazz contemporaneo. Insieme hanno inciso due dischi (Things e Think) e tenuto parecchi concerti, senza mai correre il rischio di ripetersi, di scadere nella routine.
Il segreto del loro successo sta nell’intesa empatica e nella scelta di materiale tematico che più vario di così è arduo da immaginare. Nei concerti del trombettista di Berchidda e del pianista di Filadelfia ci si può infatti imbattere in un tipico standard americano (tipo “Darn That Dream” o “Doxy” di Sonny Rollins), in un capolavoro della musica classica come “Lascia ch’io pianga” di Haendel od ancora in una seducente canzone italiana come “Non ti scordar di me”. Insomma, basta stare al gioco e lasciarsi trasportare dal libero fluire di una musica che sa essere nel contempo “colta” e “popolare”.
- servizio di Sara Bonfili -
La coppia è rodatissima ma le (belle) sorprese non mancano mai. Paolo Fresu e Uri Caine si frequentano artisticamente ormai da molti anni e il loro sodalizio va annoverato fra i più felici del jazz contemporaneo. Insieme hanno inciso due dischi (Things e Think) e tenuto parecchi concerti, senza mai correre il rischio di ripetersi, di scadere nella routine.
Il segreto del loro successo sta nell’intesa empatica e nella scelta di materiale tematico che più vario di così è arduo da immaginare. Nei concerti del trombettista di Berchidda e del pianista di Filadelfia ci si può infatti imbattere in un tipico standard americano (tipo “Darn That Dream” o “Doxy” di Sonny Rollins), in un capolavoro della musica classica come “Lascia ch’io pianga” di Haendel od ancora in una seducente canzone italiana come “Non ti scordar di me”. Insomma, basta stare al gioco e lasciarsi trasportare dal libero fluire di una musica che sa essere nel contempo “colta” e “popolare”.
- servizio di Sara Bonfili -
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