La Cina, dove scompaiono libri ed editori



In Cina scrivere o leggere non è così scontato. 

Vi sono temi considerati vietati, per varie ragioni: il sesso, la vita dei dirigenti politici nazionali, il Tibet e Taiwan, i valori della democrazia...

Questo secondo una ricerca del giornale "Internazionale", in un reportage del 20 luglio 2015, che spiega: “Sono gli stessi editori e le case di produzione a chiedere modifiche sui testi che potrebbero offendere la sensibilità del partito. Altrimenti, rischiano multe salate e il ritiro dal commercio dei prodotti incriminati con danni economici sostanziosi. Nei casi più gravi possono perdere da un giorno all’altro la licenza editoriale”.

“I prodotti culturali, oggi più che mai, devono fornire l’esempio del cittadino modello, sempre fedele alla sua epoca e felicemente sposato”, sarebbero le indicazioni, secondo il giornale. L'International Publishers Association ha denunciato la situazione.




Rispetto alla Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong ha un sistema politico diverso. Eppure la libertà d’espressione può essere a serio rischio. Vi sono editori e librai che non possono esprimere il libero pensiero tramite opere d'ingegno.

Secondo Thebookseller.com, Lee Bo, sessantacinquenne che lavora per una casa editrice che toccava temi proibiti, è scomparso da fine dicembre.

Lee Bo si aggiungerebbe ad altri quattro tra editori scomparsi dallo scorso ottobre, con profili professionali tendenzialmente simili, cioè appartenenti a case editrici scomode. Lee Bo per la verità ha dato notizie di sé quache giorno fa dalla Cina, con una lettera inviata ad un collega via fax: "Ho deciso di collaborare con la polizia ad un’inchiesta importante".
la scrittrice Amy Tan


Paradossale pensare che l'americana di origine cinese Amy Tan sia una famosa scrittrice del genere erotico. Il suo ultimo libro, che ricorda Memorie di una geisha di Arthur Golden, è La valle delle meraviglie (Salani) e parla di cortigiane in una casa di piacere a Shangai.
Paese che vai...

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