C'è un posto nel mondo in cui vivo da un po', e questo posto è in montagna. Dove sono evidenti le radici tirolesi, il passato di annessioni del Principato di Bressanone, il legame con le tradizioni, le lingue reto-romanze.  

Affresco sulla facciata della Pieve di San Giovanni (Vigo)

Vivo in alta montagna, tra le rocce che imbiondiscono al tramonto e sono punteggiate da alberi di larici arancioni, in questo autunno.  "I never ever find a place that I call HOME", cantava l'autrice inglese Dido in un disco di successo.  "I Have no root on my home", un altro successo di classifica. Non ho radici, ma ho luoghi in cui vivo bene, se posso immergermi nell'acqua cristallina sarda, perdermi nelle strade medievali di una metropoli catalana, correre la mattina presto e incontrare i caprioli, proprio qui, in Val di Fassa, in provincia di Trento. 

Non me ne vanto, non posso farci niente. E' la mia vita, amo viaggiare (lo testimonia il mio sito di viaggi che puoi scoprire qui ) e sentire nuove lingue e in questo periodo sono qui.

scorcio su cima Undici da Vallonga

Questi luoghi d'estate sanno donare tanta cristallina gioia a chi apprezzi la natura e la semplicità della vita, e questa festa ne è un esempio.


Alcuni posti non mi hanno accolta, nonostante la mia predisposizione all'incontro, allo scambio e all'apprendimento, dato che io, pur nelle mie modificazioni generazionali, sono sempre la stessa persona. Persone viscide e scivolse che non permettono l'attaccamento. Opache come vetri smerigliati che pretendono di guardarti dentro ma non farsi guardare.  Altri, luoghi e persone, mi hanno stregata e preso il meglio di me.

In Val Venegia,  vicino alle famose Pale di San Martino


In Val Venegia, Pale di San Martino

Pian di Campitello di Fassa

Un cervo nel Parco Naturale di Paneveggio
Fonti o Festil sono tipiche delle valli ladine

Provo a descrivere questi passi che mi portano da un estate e un futuro inverno tra le case e le foreste trentine, tra la gente gentile, civile e accogliente di qui. Accompagnando mio figlio all'asilo spesso mi concedo una via crucis tradizionale in salita, e raggiungo Pian, da cui di mattina si può osservare da un balcone verde assolato la valle ancora in ombra.
Ci sono poi libri che parlano di questo posto. Proprio di questo, Mazzin, il paese dove vivo, uno deipochi libri che consente di ricostruire dati demografici, storici, architettonici e avere una prospettiva di recupero di case storiche come la Ciasa Costazza, che apparteneva a un vicario della valle e Ciasa Cassan, fortificata, affrescata e divenuta nell'800 una Gasthof, cioè una locanda. La prima è stata restaurata, la seconda è comletamente imbragata e soggetta a recupero.



in Val Udai a Mazzin di Fassa
il Doss dei Pigui, sito archeologico retico in mezzo al bosco di Mazzin

Altri sono grandi classici della cultura dolimitica, mai superati, che consentono attraverso l'etnografia e il folklore, di capire questi luoghi. Come I monti pallidi. Storie e leggende delle Dolomiti, di Wollf, non so giunto a quante edizioni e traduzioni.  Lo abbiamo in casa in edizione del 1983. Carlo Felice Wolff era un bolzanino, di cultura, studioso di storia, etnologia, filologia, ma  autodidatta, e fu noto anche per le sue posizioni pangermaniste. Da una cameriera della val di Fiemme ascoltò leggende delle valli e inzio i suoi pellegrinaggi, conoscendo i vari dialetti, le abitudini, i riti e le figure arcaiche delle valli dolomitiche, raccogliendo varianti e dettagli delle storie dai pastori che incontrava (curiosi e sospettosi allo stesso tempo).  Il fratello Richard illustrò una delle sue raccolte di leggende, pubblicata solo nel 1913 con il titolo tedesco di Dolomiten-Sagen. Divenne una pietra miliare. Un curioso di popolazioni reto - romaniche, un esperto di storie locali, un giornalista di strada antelitteram anche. Tanta fatica gli valse la medaglia d'onore Excellentis in litteris dell'Università di Innsbruck e il premio letterario Walther von der Vogelweide.


Wolff è l'autore della rielaborazione romanzata della storia de Il regno dei Fanes, le cui fonti solo orali erano frammentate, leggenda che rientra nelle saghe dell'Alto Adige di cui la popolazione dei Fanes è protagonista.


Il Trentino è ambientazione di Resti?, un romanzo d'amore, ambientato a Nosellari, tra i monti del Trentino, dove due innamorati sono divisi dalla forza del destino che li mette davanti a una prova difficile. E di Montanari si diventa. Storia di un popolo libero. I Trentini, di Ezio Amistadi. Una pubblicazione nuova ed esaustiva sul trentino e una ricerca della loro storia e anima.

Una miscellanea di esperienze è quella di Resilienti, opera di un fiemmese e non di un fassando, per dire come le due valli contigue siano lontane e vicine allo stesso tempo. Storie di persone che grazie alla fedo o alla forza d'animo hanno superato tragedie famigliari e lavorative, da Alberto Tomba alla gente comune.
Se la grande classica guida mainstream è diventata quella di Newton Comption (con prequel e sequel) che ha la presunzione di definire la "chiesa più bella delle Dolomiti" e  "il castello di Tristano e Isotta", scoprire le Regole, percorrere la strada delle Dolomiti e la Strada del vino e vivere "sette giorni da orso"... forse più originale sarà 111 luoghi delle Dolomiti che devi proprio scoprire di
Giulia Castelli Gattinara.

Però, vi consiglio più di tutti il mio reportage nei luoghi ladini della Val Gardena, per godere del panorama e anticipare un po' le vacanze invernali. 

Sara

Dal Passo Sella da cui si scoprono, insieme ai corvi, le torri del Sella, puoi raggiungere la Val Gardena, come racconto nel reportage in video.
















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