Ispirazioni dal cinema dei Fratelli Coen

Sottotitolo: Genesi del disegno urgente/1. 

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Credo proprio che il cinema sia una sorta di religione. In particolare il cinema dei Fratelli Coen, o si odia o si ama. Niente mezze misure. Certo, come Fellini e Pasolini, come Antonioni, come Polanski. Certo, certo ma ora parliamo di quesi burloni dei Coen.

Li apprezzo perché mi piace l'ironia crudele di stampo palesemente ebreo-naturalizzato-americano che i Coen condividono con Woody Allen


In particolare mi fa morire dal ridere The Big Lebowski, inutile dirlo. Sono favolosi gli attori, è assurda la storia, è ben recitato, ci sono tutti gli incastri giusti nella trama, apprezzo anche la passione fotografica dell'attore protagonista, l'idolatrato Jeff Bridges. Oltre ad essere un mito, un ideale etico, un guru della società civile (hollywoodiana), è anche un fotografo, come ho potuto apprezzare in questa mostra a Bologna (leggi l'articolo QUI 
e guarda il mio servizio qui sotto.





una delle foto di Jeff Bridges in mostra a Bologna con Ono Arte

E allora, qualche giorno fa, presa dalla voglia irrefrenabile di disegnare, ho fatto un ritratto a penna biro, veloce senza l'uso di matita e gomma, dei due protagonisti. Una voglia irrefrenabile dato che nel luogo dove mi trovo non ho carta a datta, colori (i miei inseparabili acquerelli misti di cent'anni fa), né le sanguigne e carboncini che trovo sempre quando li cerco. 

Niente, nessun mezzo che si dica professionale. Nessun bel colore dalla bella pastosità. 

Niente di niente. Solo colori per bimbi, fogli per schizzi per bimbi, un  temperino da bimbi e popolari penne biro da adulti.  Insomma, ecco la prova, tratta dalla locandina del film "The Big Lebowski".







Neanche sapevo che Il grande Lebowski avesse un sequel. Con al centro il figlio di Lebowski rapito e i cicli e ritorni storici del caso. Provvederò a vederlo.


Fargo è ormai mitico, presentato a Cannes 1996. Da vedere perchè la trama è così spiazzante che non va raccontata.

Non è un paese per vecchi, per esempio, a lungo è stato un filmone da vedere e rivedere nel corso della mia vita. Il ritrovamento di una valigetta piena di dollari innesca una catena di uccisioni ad opera di un pazzo furioso che ha il bel volto di Javier Bardem. Violentino, alla fine stanca, ma nel mio caso, era colpa del mio ex fidanzato, che me lo propinava come una medicina.
 
 A Serious Man è stata per me una specie di illuminazione. Il classico bravo uomo e buon padre di famiglia, che non ha nulla in cambio, anzi è il classico sfigato. Perfettamente applicabile al funzionamento della meritocrazia italiana. Inutile dire che mi son subito immedesimata. Si sfiora l'happy end,ma state sicuri che resterete a bocca aperta nel finale. Non vi svelo niente, andatelo subito a vedere.



Fratello dove sei? è il mio nuovo acquisto. Tre galeotti evadono e siamo al tempo della Grande Depressione, intorno agli anni Trenta. Ci sono le catene e i lavori forzati, visti in tanti altri film. Ma la forza sta nei continui colpi di scena e nella satira a sfondo religioso che pervade tutto il film. Per questo facevo il paragone con Woody Allen, è qualcosa di insito, forse nella loro storia, forse nello homour yiddish, non saprei. Ma la critica feroce a come religione e morale siano adattati a piacimento dei candidati alla governance dello stato del Mississipi, fa davvero riflettere. Bravo Cloney (va beh Turturro che te lo dico a fare!), da qui in poi uno dei preferiti dei Coen. Diciamo che Cloney da quando ha abbandonato i panni del latin lover ha trovato la sua vera strada. Mi scusino i puristi del cinema!


  E voi che ne pesante del cinema dei Coen? Ci sono tanti altri film da vedere, oltre a quelli citati, provate.



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